La parola deve essere inventata e, quindi, non presente in nessuno dei principali vocabolari dell’uso della lingua italiana.
La parola inventata dev’essere accompagnata da una definizione (max 100 battute), dall’etimologia (anche se fantasiosa!) e da un commento che ne spieghi l’uso o le ragioni della sua creazione (il commento non deve oltrepassare le 300 battute)
I migliori lavori selezionati da un’apposita giuria saranno presentati durante il festival “I’ mi son un…”. Dante fra noi, uno di noi (Cassino, 26-30 ottobre 2016) in una sezione loro riservata.
La parola, l’etimo e il commento dovranno essere inviati alla segreteria del premio all’indirizzo e-mail laparolachenonmuore@gmail.com entro la mezzanotte del 21 ottobre 2016.
I premi saranno distribuiti secondo le seguenti modalità:
I migliori lavori per ciascuna categoria saranno premiti con una dotazione dei principali dizionari della lingua italiana e saranno ospitati in un festival di una rete già costituita (Feste Archimedee di Siracusa, La Parola che non muore di Civita di Bagnoregio, Festa di Scienza e Filosofia di Foligno o altri).
Le tre parole vincitrici, dopo la premiazione, parteciperanno a un’ulteriore gara virtuale attraverso i social. Il vincitore assoluto sarà premiato con un Ipad e la sua parola sarà proposta all’attenzione di quotidiani, istituzioni linguistiche e case editrici di dizionari della lingua italiana.