I vincitori di Paroliamo?

3
Nov

Ruffolo e smoggare: scopriamo insieme le parole vincitrici di Paroliamo?

La lingua, diversamente da quel che ci viene insegnato da bambini, non ha delle norme fisse e immutabili, non è cristallizzata nel tempo ma si evolve con l’uso. Pensiamo alle lingue romanze, derivate dal latino: se la lingua madre non fosse stata deformata dai parlanti per la pressione delle lingue precedenti, per il contatto con quelle vicine, per le storpiature inevitabili, le abbreviazioni, le semplificazioni, oggi non esisterebbero tanti idiomi.

Le parole nascono e muoiono, mutano significato, hanno vite interminabili o brevissime, spesso esistono soltanto all’interno delle mura domestiche o del vocabolario di una singola persona (a chi non capita di inventare una parola tutta sua, magari una parolaccia?). Allora con la lingua si può anche giocare, restando però rigorosi: ed ecco i vincitori di Paroliamo? in grado di dare forma a “parole nuove per nuove idee”, spiegandone il significato e l’etimologia. A seguire una selezione delle proposte più curiose, classificate per tipologia, degne di essere menzionate per fornire un panorama sulle possibili e imprevedibilo strade che può prendere la creatività.

Scuola primaria:

Alessandro Amendola dell classe VB (IC Cassino 1 – maestra Paola Pellegrini)

Smoggare: da smog, inquinamento: inquinare le idee.

Ho inventato questa parola parlando dei compagni che volevano costringermi a pensare in negativo: “Mi vogliono SMOGGARE”

Scuola secondaria di I grado:
Alessia Loreto della classe IA (Scuola media IC Ceccano 1 – prof.ssa Eleonora Massa)

ruffolo

Rùffolo: sost. m.s.

Definizione: fiocco o batuffolo di polvere, cumulo di sporcizia, usato anche in senso spregiativo; es. ‘ruffolo di polvere’, ‘ruffolo di peli’.

Etimologia: derivato dal prefisso germanico ru-=rotolare, roteare, fuso con l’ingl. tuft = fiocco (da cui l’italiano batuffolo) con caduta della sillaba -tu e conseguente raddoppiamento della consonante f.

Commento: ho inventato questa parola perché in italiano non esiste un termine che si riferisca propriamente ad un accumulo di polvere o sporcizia. È una parola che, già nel suono, mi ricorda l’immagine di una palla morbida, soffice e leggera, che rotola e volteggia incessantemente, seguendo il flusso dell’aria.

-> La dantesca:

Christian Protani

Salmatico: agg. m.s. parola che deriva da salma.

Ho inventato questa parola per definire una persona che si muove poco abilmente e cade senza sensi perciò invece di dire ciò, puoi dire salmatico.

 

-> Le malate:

Francesca Marcucci

Cyberite: sost. f.s., malattia legata alla rete internet.

cyberiteEtimologia: parola derivata dalla fusione dell’ingl. cyber=rete internet, con il suffisso nominale -ite.

Definizione: è quella patologia, che si sta diffondendo oggigiorno, consistente nell’utilizzo ossessivo della rete internet.

Commento: ho inventato questa parola per riferirmi a quelle problematiche oggi attinenti all’utilizzo distorto della rete internet. Infatti, se l’utilizzo moderato e ponderato della rete può costruire per noi una fonte di prezioso arricchimento, l’utilizzo smodato è disordinato della stessa finisce per intrappolarci in un meccanismo di forte dipendenza, da cui è complesso.

 

Clara Mastromarino

Mettappostite: disturbo mentale ossessivo caratterizzato dal bisogno di riordinare gli oggetti considerati fuori posto.

Etim. Lat. mitt?re ‘mandare’ + lat. pos?tum, p. pass. di pon?re ‘porre, collocare’.

Commento: La ragione che mi ha spinto a creare questo nuovo lemma è in verità assai semplice, io sono affetta di “mettappostite cronica”: se la felpa è appesa per il cappuccio e non per il colletto, se le scarpe non sono allineate alla porta, se il risvolto del lenzuolo non è piegato perfettamente, non sono in grado di proseguire le mie attività a casa fino a quando non ho sistemato ogni cosa come io voglio che stia.

-> I vuoti lessicali:

scarparsiDiego Fedele

Scarpàrsi: togliersi le scarpe, stare scalzi, parola derivata da scarpe. Colui che si toglie le scarpe, che sta scalzo. È molto utile perché abbrevia le frasi ed è un verbo preciso della parola ‘togliersi le scarpe’.

Cinzia Minchella – Carmine Natale

Nomeat: (No-meat) eater

Un termine molto ambiguo è Vegetariano: dall’inglese Vegetarian, deriv. di Vegetable, significa Vegetale. Non è così, però, perché il vegetariano esclude la carne, ma mangia latte e uova. Se evita la carne, è Non Mangiatore di carne, cioè, in inglese No Meat Eater. Una forma breve, facilmente individuabile, è No-Meat (Eater). E finisce la confusione!
-> Le invenzioni:

Irene Di Fabbio

Cellarmadio: deriva dal latino cellarmarium ed è composto da cell=telefono e da armarium=armadio.

Nome composto, maschile, singolare, pl. -cellarmadi.

Commento: Serve per vestirsi più velocemente; quindi nell’armadio c’è un telefono che si può programmare. Programmi i vestiti che devi mettere il giorno dopo e la mattina sono subito pronti. Invenzione super tecnologica usata dai ternager; brevettato negli Stati Uniti nel 2015, usato all’inizio nei college e che poi si è diffuso molto velocemente in tutto il mondo, con lo sviluppo degli smartphone. È connesso con il telefono ed è molto utile perché, anche se ti trovi nella tua città, lo puoi programmare. Durante il funzionamento, si ricevono notifiche che confermano l’avanzare del programma.

 

Marco Mastrogiacomo

Camalmàglia: sost. f.s.

Definizione: maglietta che cambia colore, quando ti appoggi ad un altro oggetto; basta attivare un comando e lei assume il colore dell’oggetto in questione.

Etimologia: parola composta da camaleonte (dal greco chamaleòn) + maglia (dal lat. macula(m) > macla(m) > maglia),

Commento: nella mia famiglia si perde troppo tempo nella preparazione, mentre, grazie a questa maglia, se ne può guadagnare. Basta un click per poter cambiare il colore del proprio abito ed essere sempre fashion. In caso di sole, la maglietta assume un colore radioso, mentre  in caso di giornata buia, assume un tono scuro. Si può personalizzare, è lavabile a mano e si asciuga velocemente.

-> L’affettuosa

Alessia Arcaro, Chiara De Ciccio, Martina Ferligoy, Silvia Fionda

Filaltero

Etimologia: dal greco FILEO = Amare in modo amichevole, dal latino ALTER, ALTERA, ALTERUM = Altro

Definizione: colui che ama l’altro, amare, essere amato. Provare amore, affetto per qualcuno, volergli bene, senza distinzione di razza, cultura, religione. Desiderare, gradire, accettare tutti, inteso come capacità di porsi in rapporto empatico con altri uomini

Commento: l’amore è un sentimento sempre esistito, che affonda le sue radici già nell’antichità. Inizialmente veniva esternato attraverso gesti e versi, successivamente iniziò ad essere tramandato anche con parole e canzoni. È complesso poter racchiudere un concetto tanto vasto in una sola frase, figurarsi in una sola parola.Potrebbe essere un termine adatto per poter esprimere una grande emozione con l’emissione di una sola parola dunque un solo suono. Per amore si lotta e si vince come anche si perde. Tale sentimento alimenta gli animi rendendoli puri. Ritengo sia uno degli elementi principali ed essenziali per l’uomo di cui mai nessuna creatura o  oggetto potranno privarlo. L’amore tanto intenso diviene immediatamente un’arma di potere che rende vulnerabili anche i più grandi ed invincibili gli uomini, che eleva e nutre il cuore.