LE TERZINE DELLA DIVINA COMMEDIA A TEMPO DI RAP
Un coraggioso esperimento ad ANTICOntemporaneo con Frankie hi nrg mc, Coccoluto e giovani rapper
Cosa c’entra il rap con Dante Alighieri? Cosa hanno in comune giovani rapper con i protagonisti della Divina Commedia? Ma soprattutto si possono leggere le terzine di Dante a tempo di rap?
A queste ed altre domande hanno risposto all’interno del Festival ANTICOntemporaneo, nell’Aula Pacis di Cassino, il rapper Frankie hi nrg mc, il dj Claudio Coccoluto e il regista Enrico Bisi, autore del docu-film “Numero zero: alle origini del rap italiano” proiettato nel corso della serata.
La serata, presentata dallo speaker radiofonico Egidio Franco, ha dato forma a quella che è la maggiore sfida che il Festival si è proposto: raccontare l’alta cultura, quella su cui si fonda la nostra lingua e che è partita proprio da Dante, attraverso gli strumenti popolari che soprattutto i ragazzi oggi utilizzano. E in questo caso, cosa c’è di più diretto, spontaneo e innovativo che se non il rap?
Ed è proprio su quest’aspetto che si è soffermato Frankie hi nrg mc raccontando la propria decennale esperienza e come da sempre “il rap sia diventato uno specchio per vedere la società. Anche perché rispetto all’utilizzo della lingua, il rap non è puro, è bastardo per definizione. I rapper sono come i cuochi che prendono gli avanzi che ci sono nel frigo e preparano una nuova pietanza. Le parole sono le nostre pietanze. Ma deve essere farina del proprio sacco per essere veramente hip hop. Rispetto alla violenza dei testi però, – ha aggiunto il rapper che prima di tanti altri ha attaccato il perbenismo della nostra società – il rapper deve essere consapevole della sua responsabilità quando ha un microfono in mano.”
Opinioni rafforzate dall’intervento del dj Claudio Coccoluto che ha parlato “dell’abuso che si fa dei social e quanto sia è penetrato fino ai testi delle canzoni”. Il dj, di origine cassinate, si è poi soffermato sul linguaggio e sulla capacità di creare nuovi linguaggi: “La possibilità di creare è un prestito che va restituito, nessuno è proprietario dei linguaggi. Pensiamo al fenomeno “petaloso”. Questa è stata la rappresentazione plastica che oggi tutti sono nella condizione di coniare una parola”.
A corredo della serata, alcuni giovani rapper si sono sfidati in una interessante gara: mettere in rap le terzine di Dante. Rubick Shiro, Memme, Zunami hanno dimostrato al pubblico incuriosito quanto la Divina Commedia sia ancora così attuale e quanto faccia la differenza la modalità comunicativa per raggiungere l’obiettivo di coinvolgere il maggior numero di persone. E dopo la sfida del dialetto proposto nella mattinata, un’altra sfida vinta quella degli organizzatori.
E dal pomeriggio di venerdi si continua con la poesia al tempo di Rock, fino al grande incontro della serata con l’autore musicale per eccellenza: Mogol.