LE TERZINE DELLA DIVINA COMMEDIA A TEMPO DI RAP

Frankie hi nrg, Coccoluto, Bisi
31
Ott

LE TERZINE DELLA DIVINA COMMEDIA A TEMPO DI RAP

Un coraggioso esperimento ad ANTICOntemporaneo con Frankie hi nrg mc, Coccoluto e giovani rapper

Cosa c’entra il rap con Dante Alighieri? Cosa hanno in comune giovani rapper con i protagonisti della Divina Commedia? Ma soprattutto si possono leggere le terzine di Dante a tempo di rap?

A queste ed altre domande hanno risposto all’interno del Festival ANTICOntemporaneo, nell’Aula Pacis di Cassino, il rapper Frankie hi nrg mc, il dj Claudio Coccoluto e il regista Enrico Bisi, autore del docu-film “Numero zero: alle origini del rap italiano” proiettato nel corso della serata.

La serata, presentata dallo speaker radiofonico Egidio Franco, ha dato forma a quella che è la maggiore sfida che il Festival si è proposto: raccontare l’alta cultura, quella su cui si fonda la nostra lingua e che è partita proprio da Dante, attraverso gli strumenti popolari che soprattutto i ragazzi oggi utilizzano. E in questo caso, cosa c’è di più diretto, spontaneo e innovativo che se non il rap?

Ed è proprio su quest’aspetto che si è soffermato Frankie hi nrg mc raccontando la propria decennale esperienza e come da sempre “il rap sia diventato uno specchio per vedere la società. Anche perché rispetto all’utilizzo della lingua, il rap non è puro, è bastardo per definizione. I rapper sono come i cuochi che prendono gli avanzi che ci sono nel frigo e preparano una nuova pietanza. Le parole sono le nostre pietanze. Ma deve essere farina del proprio sacco per essere veramente hip hop. Rispetto alla violenza dei testi però, – ha aggiunto il rapper che prima di tanti altri ha attaccato il perbenismo della nostra società – il rapper deve essere consapevole della sua responsabilità quando ha un microfono in mano.

Frankie hi nrg, Coccoluto, Bisi

Opinioni rafforzate dall’intervento del dj Claudio Coccoluto che ha parlato “dell’abuso che si fa dei social e quanto sia è penetrato fino ai testi delle canzoni”. Il dj, di origine cassinate, si è poi soffermato sul linguaggio e sulla capacità di creare nuovi linguaggi: “La possibilità di creare è un prestito che va restituito, nessuno è proprietario dei linguaggi. Pensiamo al fenomeno “petaloso”. Questa è stata la rappresentazione plastica che oggi tutti sono nella condizione di coniare una parola”.

A corredo della serata, alcuni giovani rapper si sono sfidati in una interessante gara: mettere in rap le terzine di Dante. Rubick Shiro, Memme, Zunami hanno dimostrato al pubblico incuriosito quanto la Divina Commedia sia ancora così attuale e quanto faccia la differenza la modalità comunicativa per raggiungere l’obiettivo di coinvolgere il maggior numero di persone. E dopo la sfida del dialetto proposto nella mattinata, un’altra sfida vinta quella degli organizzatori.

 

E dal pomeriggio di venerdi si continua con la poesia al tempo di Rock, fino al grande incontro della serata con l’autore musicale per eccellenza: Mogol.