ANTICONTEMPORANEO, PRESENTATO IL PROGETTO “UNA CELLA D’ARTISTA”
L’Abbazia di Montecassino ospiterà per un periodo dell’anno uno scrittore per scrivere la propria opera letteraria. Si parte a luglio 2017 con Xosé Antonio Neira Cruz.
Per secoli è stato un luogo di riflessione e di silenzio. Un luogo dove raccogliere i propri pensieri e avvicinarsi sempre di più all’Altissimo. Per secoli l’Abbazia di Montecassino ha conservato nella sua biblioteca, il sapere dell’Occidente e ospitato studiosi e intellettuali che in questo luogo incantato hanno scritto opere e operato ricerche sui libri antichi.
Grazie al Festival ANTICOntemporaneo, dal prossimo anno l’Abbazia di Montecassino, tornerà ad ospitare uno scrittore che all’interno delle proprie mura grazie al progetto “Vita da chiostro: una cella d’artista” avrà la possibilità di pensare e scrivere la propria opera letteraria.
Nel pomeriggio della seconda giornata del Festival, proprio all’interno dell’Abbazia, alla presenza dell’Abate di Montecassino, dom Donato Ogliari, è stata presentata quella che rimane una delle iniziative più lungimiranti di ANTICOntemporaneo. A partire dal prossimo mese di luglio, l’Abbazia di Montecassino aprirà le proprie porte ospiterando un intellettuale, che tra le sue celle, nei suoi chiostri e nel silenzio di quei luoghi sacri, produrrà la sua opera d’arte.
Darà inizio a questo percorso lo scrittore galiziano Xosé Antonio Neira Cruz, presente oggi a Montecassino. “Sono molto felice di prendere parte a questo progetto – ha raccontato Neira Cruz, noto in Spagna e non solo per l’ampia letteratura per bambini. “Per me sarà un onore essere accolto in questo luogo, che rappresenta il fulcro della cultura occidentale, nel prossimo mese di luglio . Ed è un orgoglio farlo all’interno di un Festival dedicato a Dante Alighieri che ha rappresentato per secoli, e ancora lo è, il trait d’union tra la Spagna e l’Italia. C’è un profondo legame spirituale tra molti scrittori galiziani e l’Italia, ripagata proprio dalla traduzione della Divina Commedia, una delle più perfette ricostruzioni dell’originale in altra lingua”.
“Questo è solo il primo luogo, seppur molto rappresentativo, di una riscoperta più generale delle eccellenze d’Italia – ha segnalato il direttore artistico Massimo Arcangeli – Riportare questi luoghi alla luce, aprirli per un periodo dell’anno ad uno scrittore, un intellettuale, un poeta, affinché ne faccia luogo di ritiro, di concentrazione, di riflessione è l’obiettivo di “Vita da chiostro: una cella d’artista”.
Ci sono luoghi affascinanti, spesso difficili da raggiungere, luoghi che sembrano creati appositamente per offrire ispirazione e silenzio; noi vogliamo creare nuovi approdi, nuovi percorsi che portino a conoscere le bellezze dell’Italia, utilizzarli e permettere agli artisti di comporre le proprie opere. Tra questi ci sarà sicuramente la meravigliosa Civita di Bagnoregio, sede dell’altro Festival gemellato “La Parola che non muore”. A Civita, un borgo incantato, tra il Lazio e la Toscana, nascerà una residenza d’artista per scrittori. Non escludiamo che prossimamente, si possano varcare anche i confini italiani – ha concluso Arcangeli.