Letteratura, performance e musica ad ANTICOntemporaneo

letteratura
17
Ott

Letteratura, performance e musica ad ANTICOntemporaneo: innovazione o ritorno alle origini?

ANTICOntemporaneo porterà a Cassino alcuni fra i più affermati linguisti e critici letterari italiani e, al loro fianco, attori e musicisti contemporanei del panorama nazionale.
Questo connubio fra letteratura e musica non poteva avvenire con miglior auspicio dell’assegnazione del premio Nobel a Bob Dylan, per aver “creato una nuova espressione poetica nell’ambito della tradizione della grande canzone americana”.

La comunicazione da parte dell’Accademia Reale Svedese è avvenuta  il 13 ottobre scorso, lo stesso giorno in cui è scomparso Dario Fo, già vincitore del premio Nobel per la letteratura, anche lui appartenente non tanto al mondo della scrittura (non solo) quanto a quello dell’arte performativa.
è stato questo un forte segnale di (ri)apertura verso il mondo delle arti performative, nei confronti delle quali la critica letteraria ha spesso peccato di indifferenza e, in casi estremi, di superbia.

Se da un lato è infatti corretto affermare che le competenze linguistiche e testuali possono trovare maggiore raffinatezza in chi coltiva precipuamente l’arte letteraria, non va escluso che l’arte del linguaggio, la poesia, possa essere una risorsa ad appannaggio di tutti coloro che possiedono un sentimento artistico e avvertano il bisogno di esprimerlo, non per forza attraverso la scrittura letteraria.

Ciò che soprattutto va ricordato in questo recupero del dialogo fra letteratura e performance artistiche è che la letteratura intesse un dialogo con la musica fin dalle primissime fasi di quella che Goethe ha definito Weltliteratur (letteratura mondiale), almeno in ambito occidentale, a partire dalle sue origini nella Grecia arcaica, in cui ancora non si scriveva ma si produceva letteratura in forma orale. La poesia è nata con la musica: i poemi omerici erano recitati con l’accompagnamento di strumenti a corda, la poesia lirica (un nome che non a caso designa tutt’oggi un genere musicale) greca arcaica è stata anch’essa pensata per  musicale (con strumenti a corda o a fiato), la poesia corale era un genere cantato vero e proprio, il teatro, sia greco che romano (almeno fino a Plauto), prevedeva parti più o meno lunghe da eseguire col canto o con l’accompagnamento di uno strumento. In epoca moderna, un importante ritorno alla si ebbe, in letteratura, col “recitar cantando” nel 1600.  Nessuno si sognerebbe di privare gli esponenti di questa produzione letteraria del loro status di poeti e sembrerebbe sempre più evidente che la poesia contemporanea si stia affidando alla musica quale contesto e mezzo di espressione.

Il fatto che si scrivano sempre meno poesie e sempre più canzoni forse non è il sintomo di una progressiva morte della poesia ma di un ciclico ritorno a una delle possibilità espressive dell’arte della parola.

Se dunque, da un lato, gli artisti d’oggi hanno avuto bisogno dei classici per trarne, anche solo indirettamente, fondamento e ispirazione artistica, dall’altro, anche la letteratura antica necessita di questo dialogo con la contemporaneità per riproporsi in termini sempre più attuali e universali, per un pubblico che muta in virtù delle nuove tecnologie e dei nuovi mezzi di trasmissione del sapere.

Luca Chapelle