Tra webeti e petali, come cambia la nostra lingua

ANTICOntemporaneo lancia PAROLIAMO
paroliamo anticontemporaneo
14
Ott

Tra webeti e petali, come cambia la nostra lingua: ANTICOntemporaneo lancia PAROLIAMO?

La lingua italiana cambia continuamente, è viva e non ha paura di azzardare. Dimentichiamo per un momento le rigide imposizioni scolastiche, la corretta grammatica e tutto quel marasma di norme e doveri del ‘parlar e scrivere bene’. Per un secondo invece concentriamoci sulla enorme quantità di neologismi che noi stessi creiamo per districarci meglio nelle relazioni comunicative. La velocità ai giorni nostri è tutto e la comunicazione non si esime. Anzi, ne diventa complice attivo.

Fece scandalo qualche tempo fa un bambino, Matteo, delle scuole elementari che per descrivere un fiore scrisse innocentemente che questo era “petaloso”. Il caso fece scalpore perché diciamolo, il lemma formalmente non esiste; ma perché condannare l’immaginazione e lo spirito di iniziativa di una mente verdissima che tra qualche anno, ci auguriamo per lui, potrà contribuire attivamente nel nostro mondo? A mio avviso la parola è geniale, rimpicciolisce il tempo di descrizione arrivando subito al punto. “[…] La corolla del fiore è composta da un gran numero di petali colorati, profumati e soffici […]”. No. il fiore è petaloso.

Ci basta così. Il neologismo racchiude in sé tutte le informazioni di cui sopra e non ha bisogno di altre aggiunte. Geniale. Dopo una lunga battaglia a suon di regole grammaticali, l’Accademia della Crusca in persona ha varato la decisione di inserire il termine nel vocabolario -a patto che questo entro nella quotidianità linguistica del nostro Paese- con la dicitura: pe-ta-ló-so, che ha molti petali. È senza ombra di dubbio una vicenda simpatica, in cui la creatività infantile, l’autenticità dell’insegnamento e la gentilezza della cultura hanno dato il meglio di sé.

Abbiamo bisogno di questa vivacità linguistica perché l’idioma resti vivo; ed è per questo che ANTICOntemporaneo ha indetto il concorso PAROLIAMO? “aperto a tutti i bambini e i ragazzi delle scuole di ogni ordine e grado”. Il concorso si prepone di trovare la nuova parola che potrà spopolare sul web e ambire a essere inserita in un vocabolario. La soddisfazione di essere il creatore di un nuovo termine è enorme io credo. Ora non vogliamo di certo esagerare ma il piccolo Matteo, quando sarà conscio del suo gesto, si sentirà forse collega dei grandi letterati, quelli che hanno contribuito a scrivere la lingua che tutti parliamo. Direi un traguardo ammirevole per un bimbo di otto anni.

PAROLIAMO? dunque cerca il nuovo genio linguistico, cerca qualcuno in grado di inventare una parola originale, fresca e veloce in grado di veicolare un messaggio preciso con agilità e scaltrezza. Potete trovare il regolamento anche all’interno del sito ANTICOntemporaneo.it e impegnare la mente per creare qualcosa di nuovo che potrebbe cambiare il linguaggio di tutti noi. Vi dico attenti però.

Non sia mai che i vostri neologismi siano un po’ troppo inventati e privi di fondamento grammaticale, potrebbero arrivare alle orecchie di Enrico Mentana che non avrebbe di certo paura a etichettarvi come webeti! Perciò occhio e buon lavoro.

Davide Careddu